Il Premio Nobel per la Medicina 2018 è stato assegnato allo scienziato americano James P. Allison ed al giapponese Tasuku Honjo per il loro approccio pionieristico al trattamento del cancro basato sull'utilizzo come target terapeutici dei cosiddetti checkpoint immunologici.
Ad annunciarlo, in diretta internet e sui social media, il Karolinska Institutet di Stoccolma.
I due ricercatori, si legge tra le motivazioni dell’Accademia, “hanno capito che si può stimolare il sistema immunitario per attaccare le cellule tumorali, un meccanismo di terapia assolutamente nuovo nella lotta ad una malattia che ogni anno uccide milioni di persone e che rappresenta una delle più gravi minacce alla salute dell’umanità”.
Le ricerche condotte da parte dei due scienziati possono essere considerate le pietre miliari nella immunoterapia contro i tumori o immunoncologia, perché hanno portato alla luce i meccanismi secondo i quali il sistema immunitario può essere stimolato ad attaccare ed eliminare le cellule tumorali.
“L'immunoterapia ha rivoluzionato la lotta al cancro. Oggi, grazie alle scoperte dei meccanismi che fisiologicamente abbassano l’attività del sistema immunitario, possiamo progettare farmaci in grado di renderlo e mantenerlo maggiormente attivo. È così che molte forme di cancro che prima non lasciavano speranza stanno diventando croniche”.
È con queste parole che il prof. Michele Maio - direttore del Centro di Immuno-Oncologia al Policlinico Santa Maria alle Scotte di Siena e Presidente della Fondazione Nibit- commenta l'avvenuta assegnazione dei due Nobel per la Medicina 2018 a James P. Allison e Tasuku Honjo. Secondo il prof. Maio “Ai due scienziati va il merito di aver decifrato alcuni dei meccanismi molecolari che il tumore mette in atto per spegnere la risposta immunitaria, premessa per lo sviluppo di tutti i farmaci immunoterapici oggi in commercio”.
La scelta di premiare i due “pionieri” dell'immunoterapia è motivo di orgoglio per tutta la Fondazione Nibit. Un riconoscimento di quanto questo approccio - sino al decennio scorso definito “sperimentale”- sia oggi pratica corrente nella lotta ai tumori. Sono i numeri a parlare chiaro: grazie all'avvento degli immunoterapici, oggi in molti casi è possibile cronicizzare la malattia e far sì che i pazienti abbiamo una vita assolutamente normale. Un risultato impensabile sino a pochi anni fa.
«Ora la grande sfida -spiega Michele Maio- sarà quella di creare le condizioni ottimali affinché il sistema immunitario possa lavorare al massimo della sua potenzialità. Per fare ciò la ricerca sta lavorando al fine di rendere il tumore maggiormente riconoscibile da parte del sistema immunitario. L'obiettivo finale è quello di massimizzare l’efficacia dei farmaci immunoterapici di nuova generazione - ma anche di quelli già a nostra disposizione - cambiando le caratteristiche del tumore e del micro-ambiente in cui esso vive. Strategie a cui stiamo già lavorando e i cui risultati preliminari cominciano ad essere incoraggianti».
Se eliminare del tutto i tumori non sempre è possibile, con quanto oggi abbiamo a disposizione possiamo arrivare a tenere sotto controllo la malattia anche molto a lungo. Una sfida a cui la Fondazione Nibit partecipa in prima persona portando avanti progetti di ricerca clinica all'avanguardia.
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